Perché dovrei assumere proprio te?

Durante un colloquio di lavoro è frequente ritrovarsi a dover rispondere a una delle domande che più mette in crisi il candidato: “Perché dovrei assumerti?”. Questo quesito – solitamente posto al candidato verso la fine del colloquio – se non è affrontato con un po’ di preparazione può influire negativamente sull’andamento dell’incontro e sulla possibilità di ottenere il posto di lavoro cui si aspira. Solitamente chi fa questa domanda ha un obiettivo ben preciso, capire se il candidato è la persona giusta rispetto alla cultura e ai valori dell’azienda. Ogni azienda ha il suo metodo di lavoro e il suo contesto lavorativo, non c’è una risposta giusta valida per tutte le aziende.
E allora come fare?
E’ possibile, a tal proposito, individuare alcune strategie da adottare che possono essere utili per prepararsi al meglio valorizzando le proprie caratteristiche personali. Vediamole insieme:
- Mostrare, in maniera ovviamente discreta, i vantaggi che il tuo contributo può portare all’azienda: l’ entusiasmo, la motivazione e l’impegno nel raggiungere gli obiettivi richiesti. Questa strategia mette in luce soprattutto le attitudini personali.
- Raccontare la passione verso il settore della vacancy, così da sottolineare non solo le competenze tecniche, ma anche la propensione a quel determinato settore.
- Una condizione fondamentale per fare una bella impressione sul selezionatore e sul potenziale datore di lavoro, è quella di dimostrare di essere veramente interessati alla realtà aziendale specifica e di aver dedicato parte del tempo a conoscerla meglio.
Cosa è meglio evitare di dire per poter avere qualche chance in più? Scopriamo insieme:
– “Sono la persona migliore per questo posto di lavoro”: il selezionatore potrebbe trovarti un po’ pretenzioso, l’umiltà è un elemento molto importante durante il colloquio e non solo.
– “Beh… non so…”: dimostri di non conoscerti bene, di non essere consapevole dei tuoi punti di forza. Essere sicuri di sé è importante.
– “ Ho bisogno di lavorare”: evidenzia la poca importanza che dai alla vacancy e all’azienda che ha aperto la posizione.
Per concludere riportiamo il contributo di Lea Tarchioni, Responsabile Risorse Umane e Organizzazione Italia di Enel, che ci sembra molto esaustivo ai fini dell’analisi fin’ora fatta:
“Premesso che una risposta giusta in assoluto non credo esista – spiega Tarchioni – certamente mi aspetto che le persone che intendono lavorare con noi siano in linea, innanzitutto, con i nostri valori fondamentali: fiducia, responsabilità, innovazione, proattività. Mi piacerebbe, quindi, che il candidato che ho di fronte si dimostrasse curioso e pronto a cogliere le mutevoli sfide che il contesto di business continuamente ci pone, che fosse aperto alle opportunità di crescita che l’azienda offre, mettendosi in gioco senza preclusioni e pregiudizi, e in grado di portare punti di vista nuovi e ‘alternativi’ senza paura di sperimentare e commettere errori, perché non esistono altri modi per imparare e crescere”.